Fu iniziata nel 1569 su disegno di Galeazzo Alessi, incaricato un anno prima da Pio V di apprestare il modello per una basilica da erigersi nell’area del convento addossato alla Porziuncola. L’esiguità dei fondi e, soprattutto, l’opposizione dei frati, desiderosi di salvaguardare i luoghi del francescanesimo delle origini, determinarono il lungo protrarsi dei lavori. Infatti la cupola ed uno dei due campanili absidali (l’altro non verrà mai costruito) vennero terminati soltanto nel 1679 e nel 1685. Il terremoto del 1832 provocò il crollo delle volte della navata e del prospetto. Le prime furono subito ricostruite da Luigi Poletti; la facciata invece, dopo una provvisoria sistemazione, fu rifatta nel 1925-1930 da Cesare Bazzani.
L’interno è articolato in tre navate con transetto non sporgente ed abside semicircolare. In ciascuna delle navatelle sono ricavate cinque cappelle a pianta quadrata. Vi si conservano affreschi e tele eseguiti tra XVI e XVIII secolo su commissione di importanti famiglie e istituzioni cittadine.
Al centro del transetto, in asse con la cupola, si trova la Porziuncola. L’oratorio campestre fu restaurato nel 1205 da san Francesco, che quattro anni dopo, avutolo dai monaci di San Benedetto, vi si trasferì con i suoi primi compagni, abitando umili capanne di frasche e fango erette nei pressi. Qui il santo ottenne da Onorio III il riconoscimento dell’indulgenza plenaria per quanti vi si fossero recati a pregare nel giorno così detto del Perdono (2 agosto). Proprio per promuovere questo culto fu voluta da Pio V la costruzione della grande basilica, eretta a protezione dell’antica cappella.
Questa è una semplice costruzione rettangolare absidata, con volta ogivale e tetto a spioventi.
Il profondo presbiterio è stato alzato nel 1970 per consentire l’accesso alla cripta. All’inizio della parete destra del presbiterio è la cappella del Transito, volontariamente mantenuta nel progetto alessiano perché Francesco vi morì la sera del 3 ottobre 1226. Nel prospetto Domenico Bruschi ha dipinto nel 1886 la “Morte e i Funerali del santo”; all’interno è collocata una statua di S. Francesco (1490 ca.) di Andrea della Robbia; alle pareti sono affrescate immagini di “Santi francescani” e dei “Primi compagni di Francesco” (1514 circa) di Giovanni di Pietro detto lo Spagna.
Passando attraverso un chiostro quattrocentesco si raggiunge il Museo, ospitato nell’antico refettorio. In cinque sale sono distribuiti interessanti arredi sacri, paramenti liturgici ed opere pittoriche.
Fonte: Minerva Editrice
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