Il punto di partenza è nel centro storico di Rieti. Dalla cattedrale di Santa Maria Assunta in via Cintia, di fronte alla statua di San Francesco, si prende a destra in leggera discesa per attraversare dopo pochi metri un arco (angolo via Episcopio). Si prosegue sempre su via Cintia. Dopo circa 300 m si esce dalle mura urbiche e si attraversa la rotatoria procedendo dritto e immettendosi su viale Maraini (scuola elementare “Guglielmo Marconi” sulla destra).
Si procede dritto sul marciapiede per circa 1 km. Raggiunta un’ampia rotatoria (km 1,42), si prende a destra su via Giulio de Iuliis, seguendo la segnaletica marrone de La Foresta. Al termine di via de Iuliis (km 2,26) si gira a sinistra su via Angelo M. Ricci e si segue la segnaletica per santuario La Foresta – Terni. Si tiene la destra, per giungere a una rotatoria (al centro scultura dedicata al Giubileo del 2000): si prosegue sulla destra seguendo la segnaletica santuario La Foresta.
Usciti da Rieti (km 3), inizia la progressiva salita, sempre su asfalto, che dopo 2,4 km raggiunge il convento noto come santuario di Santa Maria della Foresta o, più semplicemente, La Foresta (km 5,4). Saranno i numerosi gatti che vivono qui a darvi il benvenuto.
Dopo una sosta e una visita, si riparte uscendo dal santuario, prendendo il sentiero in discesa sulla sinistra (segnaletica Cammino di Francesco). Si scende lungo il sentiero, che dopo circa 800 m diventa una strada sterrata. Giunti a una biforcazione contraddistinta dalla segnaletica Cammino di Francesco (km 6,56), si prende la stradina a destra in salita. Lungo il percorso si giunge di fronte a una villetta con una recinzione in ferro (km 6,7), e da qui si prosegue sulla strada sterrata sempre in salita (segnaletica Via di Francesco).
Poco dopo il fondo diventa ciottoloso (procedere con passo breve e lento per non disperdere energie). Tra salite e tratti più leggeri in falsopiano si giunge al santuario di San Felice all’Acqua (km 8,1), dove si gira a destra seguendo la segnaletica stradale per Civitella e il segnale Cammino di Francesco.
Si prosegue alternando brevi salite a discese per circa 2 km fino a giungere al paese di Cantalice Superiore (negozi alimentari e bar), da dove si gode di un bel paesaggio a est, il massiccio del Terminillo, e ad ovest, la Piana Reatina con in primo piano i laghi Lungo e Ripasottile. Dal belvedere prospiciente la chiesa di San Felice (km 10,2) in Cantalice Superiore si scende lungo la scalinata (circa 300 gradini) che attraversa il quartiere medievale del paese.
Raggiunta la parte inferiore dell’abitato, all’incrocio con la strada comunale asfaltata, si gira a destra verso una piccola piazza e, dopo poco, all’altezza della segnaletica Maria Ss. delle Grazie, si gira di nuovo a destra su via Giosuè Carducci, una stretta viuzza in salita tra le case. Salendo si giunge a un bivio all’altezza della segnaletica Cammino di Francesco – santuario di Poggio Bustone e si prende a sinistra. Dal bivio inizia una salita (circa 1,5 km) su una mulattiera. Oltrepassata una fonte d’acqua che rimane sulla destra, si prosegue sul sentiero nel bosco ombroso (procedere con passo calmo e costante a causa della pendenza).
Dopo aver superato un gruppetto di case (km 13,91), si sbuca su una curva su strada asfaltata e si prende a destra in salita (segnaletica santuario di Poggio Bustone – Cammino di Francesco). Al termine della salita si esce in prossimità della frazione di San Liberato, che si attraversa, rifornendosi d’acqua alla fonte del paese. Si procede sulla strada asfaltata principale e dopo circa 400 m dalla fonte, dove la strada curva a destra, si prende a sinistra la strada sterrata.
Dopo circa 100 m, alla biforcazione, si volta a destra (segnaletica santuario di Poggio Bustone – Cammino di Francesco), prima in salita e poi in discesa. Si procede quindi su un sentiero in salita nel bosco per circa 2,5 km, per poi affrontare l’ultimo strappo impegnativo della tappa fino a Poggio Bustone (km 18,6), dove secondo la tradizione Francesco, giungendo per la prima volta nel borgo alle pendici degli Appennini, salutò gli abitanti con la celebre esclamazione: «Buon giorno, buona gente!». Dal paese un percorso segnalato vi condurrà al santuario.
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